"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 16 novembre 2011

Monti si' Monti no, la terra dei cachi.


Un governo di matrice settentrionale composto da militari, accademici e tanti cattolici per un totale di 17 ministri.

Allo sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera (e Berlusconi se la ghigna) Amministratore Delegato di Banca Intesa e Intesa Sanpaolo.
Alla Difesa si passa da La Russa a Di Paola, Presidente del Comitato Militare della Nato.
All’Istruzione, Università e Ricerca dalla Gelmini a Profumo (no, non quello della buonuscita di 40 milioni di Euro)
Ai Beni Culturali Ornaghi, Rettore della Cattolica di Milano.

Come dire, al Governo per “l’hobby”.

Ad ogni modo siam passati da dei governati provenienti da un circo, nani, ballerine, barzellettieri, escort e chi più ne ha più ne metta, ad un Governo apparentemente “serio” che sembra preferire i buoni salotti ai bunga bunga di Silvio (dovevo citarlo per forza, giusto per riconoscenza).

Ricordiamoci che questo è un Governo di emergenza e tale deve restare, non è un Governo democratico e con Generali, Banchieri e Rettori di Università private non rappresenta certo quell’Italia che noi vorremmo vedere.

E’ un Governo che puzza di vecchia Dc, non eletto e quindi “di emergenza”.
Un emergenza che non deve durare fino al 2013.
Poche cose da fare e poi si torna a votare, nel minor tempo possibile.
Riforme economiche e legge elettorale, niente miracoli da risolvere con super-poteri.

Oggi, oltre al nuovo Governo, ci arriva dalla Cassazione la notizia che Scilipoti (si, proprio quello) dovrà risarcire 200 mila euro all’Ing. Recupero, per non avergli pagato una parcella negli anni ’90, come dire la ruota gira per tutti.

Intanto Bersani si scatena, "Subito riforma elettorale e tagli alla politica”.
Un motivo in più per sperare ma ricordiamoci quel voto contrario risalente al 21 settembre 2010 sull’abolizione dei vitalizi parlamentari ed ex parlamentari.

Ab actu ad posse valet illatio.

Auguri!


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